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Ultimo atto del trittico sangiovesco a cui mi sono dedicato tra Pasqua e Lunedì in Albis declinando l’eleganza. Caso ha voluto mi sia ritrovato innanzi un ’98, annata schiacciata tra due ritenute monster (forse), ma che, come sempre con il vino, insegna. Perché è proprio la capacità di un vino di regalare emozioni in annate minori (o presunte tali) a decretarne la grandezza. Si è presentato amaranto senza alcun cedimento, ma brillante e luminoso, vivo e vivace; al naso subito si è espresso con forza e caparbietà su toni soprattutto minerali, di frutto di ciliegia e marasca, nuances di goudron e sottobosco, spezie. Al palato era caldo, insistente nel suo passo, un tannino non perfetto ma giusto, un frutto presente, una mineralità tangibile, di seguito liquirizia e pepe nero ed una spinta acida invidiabile. Chiudeva lunghissimo su un’ottima sapidità, delicato e con grazia.
Hallelujah.
posted by Mauro Erro @ 11:17,
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