Precetti e riflessioni del bevitore
giovedì 7 febbraio 2008
"...la sensazione che il vino si opponga costituzionalmente, e che sempre più debba opporsi, al consumismo, alla all'industrializzazione, alla pianificazione ecc...."
"il vino [...] può paragonarsi soltanto ad un essere umano e vivente, immisurabile, inanalizzabile se non entro certi limiti, variabile per un'infinità di motivi, effimero, ineffabile, misterioso."
"...per poterne dare un giudizio sicuro, bisogna rigorosamente assagiarli a pasto, o almeno insieme a un poco di cibo. Perchè, a stomaco vuoto, quasi ogni vino sembra gradevole: un inganno in cui, purtroppo, si continua a cadere anche quando se ne ha tutta l'esperienza."
"Il vino non sarebbe così umano se non fosse a sua volta mortale."
"Non è tutta retorica, dire che si ammira un vino. Perchè ogni vino squisito e caratteristico [...] suscita immediatamente immagini visive: si chiude gli occhi, e si vede qualche cosa."
"Ma il vino non è soltanto un oggetto di consumo: il vino, in certi casi, può anche essere considerato e studiato non come un oggetto di consumo, ma come un'opera d'arte a sé."
"Il prezzo, entro certi limiti, fa parte della pubblicità. Un vino costa poco? pensano certi consumatori: vuol dire che non è tanto buono. E un altro costa di più? vuol dire che è migliore. Bisogna avere pazienza. La civiltà dei consumi va per questa strada."
da Vino al vino di Mario Soldati, edito da Mondadori
posted by Mauro Erro @ 15:09,