Kurni 1998 e 1999, Oasi degli angeli

Apparirà strano che io scriva di un vino in due annate, ma proprio recentemente mi è capitato di poter bere questo Montepulciano in una miniverticale con degli amici e l'esperienza è stata quantomeno istruttiva. Non è vino mio, non rientra nei miei gusti, ma ha stoffa e classe indiscutibili e come ogni Vino con la "V" maiuscola, quelli unici e irripetibili, è stato in grado di insegnarmi qualcosa e, soprattutto, di farmi vivere emozioni incredibili. Vino didattico dunque, la cui definizione si potrebbe riassumere in poche parole che rubo ad un amico: estrema potenza in un guanto di velluto. È di quei vini carichi e concentrati (250 gr. di resa per pianta e 10.000 ceppi per ettaro) ma non “marmellatoso” né posticcio, che si presenta di un colore rubino fitto e scuro; il '98 inebria le narici aprendo su note animali e selvatiche, poi spezie, tabacco e un profluvio di piccoli frutti rossi su un sottofondo balsamico di eucalipto. Al palato la beva è caratterizzata da un residuo di carbonica che grazie anche alla discreta sapidità e la buona acidità facilità il sorso nonostante l'abbondanza di materia e il grado alcolico sostenuto. Il '99 colpisce per l'estrema eleganza del vino al palato, meno verticale, ma accattivante e setoso, femmineo nel suo incedere aggraziato, al naso ha bisogno di maggior tempo per esprimersi. Nota finale: è vino che passa per ben due volte nove mesi in barrique nuove. E non s'avvertono minimamente. Abbinamento obbligato con la potente ma soave voce di Aretha Franklin che canta queste note tratte dal film The Blues Brothers.

posted by Mauro Erro @ 22:12,

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