Il viandante bevitore

Amare vuol dire sfottere. 

Ugo Gregoretti

È da poco stato pubblicato un articolo molto interessante a firma di Sandro Sangiorgi sulle pagine di Porthos, Il topo e il Var, molto condiviso e rilanciato sui social, soprattutto tra gli operatori del settore. Ne ripropongo una trasposizione più semplice, forse filologicamente non del tutto corretta, anzi, sicuramente eccentrica, ad uso e consumo degli appassionati meno esperti.

Sentore di topo: 1) si riferisce, più precisamente, all’odore di urina di topo, souris, come i francesi lo definiscono. Di difficile individuazione, si può improvvisare per assonanze, analogie, corrispondenze, basta aver cura di distinguere tra topolino di campagna e ratto di città: nota più aggressiva, grossolana, pungente, greve, può indicare malattie (anche trasmissibili). Vedi anche nota di sorcio e/o pantegana. 2) Vino zoccola: espressione tipica dialettale del napoletano ma rintracciabile anche nel resto d’Italia, indica vini facili e/o sfacciati e/o generosi e/o a buon mercato…ecc. ecc.

Sentore di salame/budello rancido: imputabile ad un “errore di vinificazione” (forse, chissà) è una nota che può presentarsi nel vino. È sempre un difetto per vegetariani e vegani, interpretabile per gli altri: a seconda del livello di rancidume, e di quanto integrato con il resto del bouquet: se accompagnato da note vegetali di bollito si dice: maritato. Nel qual caso se ne consiglia l’abbinamento con minestre maritate, appunto.

Sentore di Var (video assistant referee): 1) nota retro-olfattiva sfuggente e incerta che richiede un supplemento d’indagine. Si presenta in alcuni vini nebulosi e/o imprecisi. 2) segnale di problemi di reflusso gastroesofageo; può associarsi a sdoppiamento della personalità. Si consiglia di consultare i dizionari medici.

‘Nguru: espressione tipica di alcuni paesi del meridione d’Italia che indica stupore dinnanzi ad una rivelazione. Talvolta usata con tono ironico e/o sarcastico.