Wine Experience: colore

Questo è il primo di quattro pezzi con i quali vi accompagnerò (uno al mese) fino alla fine del 2010. Un tentativo presuntuoso di (ri)costruire una nuova estetica della degustazione in 4 punti. Colore, alcol, spigolosità e naturalezza espressiva.

Il colore dell'emozione o dell'emozione del colore.

Sto diventando un degustatore anziano. Ieri sera ho dovuto fermare la macchina ed interrompere il ritorno a casa per fissare questi miei pensieri. Non che non potessi aspettare fino all'indomani per l'imminenza-urgenza della scrittura in sè ma per una paura, direi fisica, di perdere, smarrire quei miei pensieri ed un po' della magia che mi piace immaginare in essi compressa.
Sto diventando un degustatore anziano me ne accorgo dalla svogliatezza d'aggiornarmi e dalla voglia di aggrapparmi alle mie poche certezze maturate in 10 anni di estenuanti ripetuti assaggi. La voglia di conoscere "tutto" vini, regioni, si è infranta di fronte all'impossibilità del "tutto". Tanto che ho ormai raggiunto la conclusione, un'evidenza, che se pure ci fosse una speranza di fattibilità ci sarebbe, sempre e comunque, l'incontrollabile variabile del millesimo a rendere il "tutto" vano...
Sto diventando un degustatore anziano. Non nel senso di più esperto o più saggio ma solo più indifeso. Perchè se volete ingannarmi basta versarmi nel bicchiere un vino rosso dal colore scarico e state sicuri mi piacerà prima ancora di assaggiarlo. Vedete, anzi statene sicuri, che, poi, andrà a finire così. Addirittura mi capita sempre più spesso, con regolarità quasi minacciosa, di abbinare il ricordo dei vini più buoni che abbia mai degustato al loro colore più scarico salvo, poi, essere smentito da qualche riassaggio occasionale. Ma, poi (quanti poi...), mi dico, mi ripeto quasi a volermi giustificare che forse era un'altra annata, una bottiglia diversa o semplicemente un effetto del tempo trascorso in grado di trasformare e rovinare non solo profumi ed aromi ma anche, perchè non dovrebbe essere così, il colore...
Così è stato di fronte al Cirò di De Franco* (non mi permetto la confidenza del nome non avendo ancora avuto l'occasione e l'onore di una conoscenza ravvicinata). 'A vita, un nome, che è molto di più di una semplice intenzione o progetto, piuttosto un manifesto di intenzioni e di progetti. Impegnativo direi. Non disponevo neanche di un bicchiere decente da degustazione per poterne apprezzare immediatamente quell'elegante e delicata trasparenza. E non avevo ancora portato il bicchiere alla bocca che già il suo colore mi aveva conquistato, vinto, emozionato, con-vinto. Tutto quello che è venuto dopo non l'ho quasi registrato, inebriato com'ero dal colore prim'ancora che dai profumi e dal sapore.
Sono un degustatore anziano che beve senza cercare più certezze. Ne ha poche. Forse una.
Il colore.

Fabio Cimmino

posted by Mauro Erro @ 10:55,

1 Comments:

At 17 settembre 2010 alle ore 12:52, Blogger RoVino said...

un degustatore anziano che non ha mai perso l'abitudine di scrivere un po' qua e un po' là (notare la prefezione linguistica nel posizionare apostrofi e accenti laddove servono).
Un degustatore anziano che con gli anni non potrà più fare troppo affidamento neanche sul colore, la cui cromaticità gli apparirà sempre più confusa e vaga, quasi malignamente a volerlo lasciare nel limbo delle sue incertezze.
Mamma mia...ammetti che questo o ti tira su o...

 

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