Pommard (Pinot nero) 2004, Domaine Fanny Sabre

Si tratta di una piacevole scoperta fatta durante la manifestazione Vini Veri (associazione di un manipolo di dissidenti vignaioli capeggiati da Baldo Cappellano) tenutasi a Villa Boschi a Verona. Appena incontrato e saggiato, sono corso giù al piano terra ove si trovava l’enoteca per comprarne qualche bottiglia. La sera stessa ne ho stappata una (2004, appunto) in compagnia dell’amico Tommaso Luongo delegato di Napoli dell’Associazione Italiana Sommelier ed una decina di suoi colleghi divertendomi ad osservarne le reazioni interdette e spaesate innanzi a questo vino sicuramente di non facile approccio. Il Domaine Sabre (Fanny è la giovane proprietaria), di recente formazione (anche su internet, cercando, ne ho trovato minime tracce), ha dimensioni ridotte: appena quattro ettari, lavorati senza prodotti di sintesi. Le vinificazioni avvengono in totale assenza di solforosa, con l’uso esclusivo di lieviti selvaggi, perseguendo l’obiettivo di realizzare vini che assecondino integralmente la natura. Il colore denso, (immagino non venga effettuata filtrazione, se non minima) è un rubino. Al naso subito pervade con intensi odori stallatici e animali, il famoso sentore di merde de poule (d’intensità tale da non provocare, almeno per il sottoscritto, alcun fastidio), che poi svanirà virando su evidenti ed intriganti odori minerali e ferrosi, di spezie quali il rabarbaro e la china che riportano la mente a liquori come il Fernet Branca o come osservato da Tommaso Luongo alla Ferrochina Bisleri. Aprendosi nel bicchiere evidenzia poi odori di frutto di lampone e ciliegia sotto spirito e sensazioni floreali in un equilibrio agrodolce. Al palato è corrente, tannino elegante e grande spinta acida. Il limite (piccolo piccolo) che sul lungo termine di una cena manchi di una certa dinamicità olfattiva, ma si tratta pur sempre di un generico Pommard AOC dal costo invitante (purtroppo in Italia non è distribuito, ma valeva la pena raccontarlo perchè come ho recentemente scritto, non bisogna far altro che cercare: di vini ed esperienze così, in giro, ce ne sono a bizzeffe). Lo abbino sicuramente ai 99 Posse, ricordando il ritornello ed alcune parole di questa loro canzone…. No tu non credere a chi / promette miracoli/ parla di money money/ soltanto money money… No no tu non credere a chi/ parla di marketing/ quando parla dei sogni e delle tue passioni…Non mi avrete mai/ come volete voi, no, non mi avrete mai/ come volete voi !!!

posted by Mauro Erro @ 10:50,

2 Comments:

At 9 aprile 2008 alle ore 20:27, Anonymous Anonimo said...

Convengo con quanto da te scritto, Mauro, specie per le note di erbe amare e china, tipiche da Fernet.
Meno male che me l'avevi segnalato tra i banchi, altrimenti non l'avrei proprio visto.

In effetti molto più maschio rispetto ad altri pinot noir sentiti di recente, ma proprio per questo interessante (e forse sorprendente: aveva un che di nebbiolesco)

 
At 9 aprile 2008 alle ore 20:46, Blogger Mauro Erro said...

I Pommard (solitamente) sono definibili "maschi" rispetto ad altre denominazioni come ad esempio Musigny. In ogni caso mi fa piacere ti sia piaciuto. Cacchio di vino, direi.

 

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